di Alberto Nicoletta

Nel periodo 2008-2011 l’Islanda fu colpita da una fortissima crisi economico-finanziaria, la costruzione di una centrale idroelettrica per l’alimentazione di un nuovo impianto per la produzione di alluminio [1], portò il governo di Reykjavik a indebitarsi eccessivamente con le banche inglesi ed olandesi. Per bloccare l’inflazione il governo alzò i tassi di interesse e questo attirò numerosi investitori esteri, in parallelo due delle più importanti banche nazionali furono privatizzate e affidate a figure incapaci ma vicine ai partiti politici al governo; il gioco sporco tra banchieri e politici in parallelo al fallimento Lehman Brothers, creò delle bolle economiche che portarono il Paese ad un collasso.

I principali creditori erano Regno Unito e Olanda, ma il popolo riversatosi in piazza chiese all’unanimità di non pagare il debito di 3,9 miliardi di Euro verso le banche private delle due nazioni creditrici [2], l’Inghilterra allora decise di attuare alcuni articoli delle legge antiterrorismo (conseguente agli attentati dell’ 11 settembre) contro l’Islanda e sospese il pattugliamento dello spazio aereo islandese (affidato a turno a Paesi NATO). Ciò non intimorì gli islandesi che una volta caduto il governo e scesi in piazza a manifestare in diverse migliaia, candidarono 500 liberi cittadini di varia estrazione non coinvolti in movimenti politici e ne scelsero 25 da inserire al governo. Tra il popolo molti accusarono la mancata entrata dell’Islanda nell’Unione Europea come motivo della crisi… l’Islanda fece richiesta nel 2009 di entrare nella UE ma la ritirò ufficialmente nel 2015 forse per mantenere una maggiore sovranità, soprattutto per evitare il collasso dei suoi settori principali (pesca, alluminio, cemento, abbigliamento, nuove tecnologie) e per mantenere maggiori rapporti con gli USA suoi protettori, ma anche per ragioni culturali-patriottiche. L’Islanda “tirò la cinghia” fino al 2011 dove arrivò a perdite pari al 10% del PIL, ma poi iniziò una rapida ascesa che continua fino ad oggi (2% annuo) le esportazioni sono cresciute e anche i turisti grazie al cambio più favorevole sono aumentati.

L’Islanda paese neutrale non ha mai avuto un suo esercito, è dotata solo di un organo di polizia e di unità di guardia costiera con battelli armati per la sicurezza dei pescherecci [3], pertanto la difesa del suo territorio è stata affidata agli Stati Uniti precisamente all‘ IDF (Icelandic Defence Force), gli USA dalla fine della Seconda Guerra mondiale in poi tennero diverse basi sull’isola, in particolare durante la Guerra Fredda quando sottomarini russi pattugliavano le acque del Nord. Non essendo l’Islanda un’area a rischio ne di attacchi terroristici ne per la formazione di organizzazioni sovversive, nel 2006 gli USA hanno fatto rientrare le loro forze armate stanziate presso l’aereoporto di Keflavik, situato sulla costa sud-occidentale dell’isola. Ad oggi gli americani hanno ripreso nuovamente interesse per l’Islanda la quale coglie positivamente questo ritorno, gli USA stanzieranno 21,4 milioni di dollari per la realizzazione di un nuovo hangar utile alle operazioni dell’aereo anti-sottomarino Boeing P-8 Poseidon. Il ritorno delle truppe USA è da associare al riarmo della Russia e ai suoi movimenti nell’area artica, (di cui una parte è rivendicata territorialmente da Mosca), del resto l’attività dei sottomarini russi negli ultimi anni è notevolmente incrementata [4]; nel Circolo Polare Artico sussistono interessi minerari, gas e petrolio anche se per ora poco sfruttabili; inoltre lo scioglimento dei ghiacci ha aperto nuove rotte e le grandi potenze vorrebbero sfruttarle.

Pur restanto senza un suo esercito l’Islanda ha dato la sua disponibilità alle operazioni estere della NATO con un piccolo contingente di circa 100 uomini per lo più personale medico e delle forze di polizia, così come l’ alta valenza tecnica nel campo dei software viene messa a disposizione dagli islandesi per i sistemi di sorveglianza radar della NATO [5].

L’Islanda pertanto attacca tenacemente le banche private (ad oggi sono state emesse delle condanne nei confronti dei banchieri responsabili di frode[6]), che hanno giocato in parallelo con multinazionali come ALCOA, RIO TINTO, IMPREGILO (ree di una feroce speculazione nell’ambito della produzione dell’alluminio, portata avanti con manodopera straniera e responsabile di un pesante aumento del tasso di inquinamento), parte con una rapida ripresa dettata anche alla non adesione all’UE; ma cede la sua sovranità con la richiesta delle forze armate USA-NATO per via del solito spauracchio russo come ai tempi del guerra fredda.

L’Islanda vista la sua unità di popolo , conta poco più di 320.000 abitanti, il forte rispetto per la sua storia e le capacità che ha dimostrato nel mettersi contro il sistema bancario internazionale e le multinazionali è un esempio, certo non sono mancati prestiti dal FMI e dalla Russia[7] ma è stata anche la prina nazione a riconoscere l indipendenza internazionalmente delle repubbliche baltiche e nel 2011 uno dei primi stati europei a riconoscere la Palestina; tuttavia la trappola della minaccia bellica l’ ha fatta ricadere maggiormente verso un protezionismo che la rende ancora più vassalla degli USA, anche se questa presenza militare da un lato può favorirla nel commercio dall’ altro la può vincolare eccessivamente.


[1] L’alluminio rappresenta assieme alla pesca e la lavorazoione del pesce la principale risorsa del Paese, la lavorazione di questo metallo rispetto ad altri, richiede elevati consumi di energia elettrica che hanno obbligato alla costruzione di una nuova centrale elettrica.

Sulle cause della crisi vedere “La bancarotta islandese – i retroscena di una crisi annunciata” su Limes del 06/10/2009 intervista a Alda Sigmundsdòttir

[2] Fonte : Il Fatto Quotidiano “Bancarotte Islanda, la Corte Efta esenta l’isola dal risarcimento dei risparmiatori stranieri” 30/01/2013

[3] L’Islanda in passato ha affrontato diversi problemi con nazioni quali Gran Bretagna, Russia, Danimarca e Norvegia per l’ utilizzo degli spazi marittimi. (Fonte : Wikipedia)

[4] Fonte : Gli Occhi della Guerra “I Russi pattugliano l’atlantico” 11/03/2016

[5] Fonte : Storia Islandese “L’ Islanda e la NATO : il punto di vista dei militari” http://islanda.altervista.org/node/46

[6] Fonte : http://yournewswire.com/iceland-jail-bankers-46-years/ “Iceland kail top bankers for 46 years, Europe “Outraged”” del 08/10/2016

[7] Fonte : Il Sole 24 Ore “Islanda al verde, la Russia presta 4 miliardi di euro” 07/10/2008