di Paolo Rada

Aldilà delle desuete, sebbene secondo noi abbiano ancora un senso, categorie politico-ideologiche che hanno caratterizzato il secolo passato, i vari raggruppamenti, movimenti sociali, politici e religiosi, oggi li possiamo e dobbiamo analizzare alla luce non più di categorie politiche, ma alla luce della contrapposizione fra globalisti ed identitari.

I primi fautori di un unico pensiero, mentre i secondi pensano che ogni popolazione, etnia, nazione, abbia il diritto di salvaguardare la propria alterità e specificità culturale e di conseguenza vivere come meglio gli aggrada. Lo scontro in atto oggi, a tutti i livelli, si risolve secondo in noi i questo dualismo.

Cerchiamo di approfondire meglio quanto vogliamo affermare: ovunque, all’interno di qualsiasi nazione abbiamo i fautori di una sorta di moralismo, umanitarismo pacifista e diritto umanista in nome del quale si possono ed anzi si devono violare le varie sovranità nazionali; tutto ciò in vista della creazione di unico governo mondiale, di un’unica religione mondiale: basta osservare la vita politica, culturale in senso lato per vedere il mainstream mondialista all’opera.

I tratti sono ovunque i soliti: attacchi alla religione dominante o di quel che ne resta (molto spesso ad opera delle stesse gerarchie ecclesiastiche…), attacchi contro il diritto dei popoli a scegliersi i propri governi, in quanto la massa non ancora completamente sottomessa al credo mondialista è giudicata inadatta ad esprimere opinioni votando con la pancia e con l’odio e non con l’intelligenza; attacchi contro il diritto di sovranità nazionale espresso magari confusamente dai movimenti definiti populisti, infine attacchi contro quegli stati che, ancora, affermano principi autoritari o di democrazia plebiscitaria, nazionalpopolare e che non si piegano al pensiero unico dominante e politicamente corretto.
Il problema è che purtroppo queste élite minoritaria nelle varie nazioni a partire dagli anni ’60 in poi, attraverso, quelle rivoluzioni colorate chiamate contestazione giovanile, hanno preso in mano le redini prima culturali e poi politiche delle principali nazioni occidentali, ed in nome della loro supposta superiorità morale non si sono fatte scrupoli di appoggiare ovunque pseudo movimenti di opposizione, che di popolare avevano ed hanno nulla verso tutti quei governi da loro giudicati autoritari, fascisti, omofobi ecc., scatenare guerre contro il dittatore di turno, presentato sempre come un Hitler redivivo assettato di sangue (Gheddafi ed Assad sono gli ultimi due esponenti di una lunga lista), utilizzando gli stessi armamentari ideologici da più di un secolo (Stati Uniti e specialmente i governi democratici) per giustificare le varie guerre di conquista.
Per quanto invece riguarda la politica prettamente interna queste èlite hanno intrapreso massicce operazioni culturali in tutti i campi (dall’editoria, al cinema , ai social network), contando anche sull’appoggio politico legislativo nel tentativo di criminalizzare ed ostracizzare, con leggi create ad hoc, qualsiasi voce dissenziente (naturalmente sempre in nome della libertà).

L’ultima parola d’ordine in questa massiccia propaganda culturale si chiama accoglienza: questa parola risuona sinistramente in tutti i discorsi politici, in tutte le canzoni che vengono propinate a dosi massicce al pubblico, nei discorsi degli intellettuali, per finire infine alle allocuzioni ed alle omelie che partendo da “El Papa” arrivano sino all’ ultima parrocchia di provincia.

In nome dell’accoglienza si impone ai popoli di accettare supinamente l’ arrivo nelle proprie nazioni di milioni di disperati senza arte; ne parte progetto più ampio, secondo noi, di quella creazione non solo di un unico governo mondiale, ma anche di un unica etnia, di un unica popolazione che anche nei tratti somatici non dovrà più presentare differenze: un mondo unico di consumatori imbevuti di ideologia laicista… A lungo andare questo è il vero scopo di chi favorisce l’ arrivo di milioni di allogeni sul suolo europeo. La sostituzione o pulizia etnica nei confronti delle popolazioni autoctone europee..

Chi, anche sol timidamente, tenta di opporsi a questa dittatura del pensiero unico è posto all’indice, si badi bene, costui non è più agli occhi di questa minoranza rumorosamente felpata che imperversa, purtroppo, in tutti gli ambienti culturali, universitari, nelle tv, nei dibattiti politici ecc. degno della patente di avversario politico con idee diverse, diviene invece una sorta di criminale che la nuova psico-polizia dovrà provvedere a redimere e rieducare…

Per fare un piccolo esempio, il politicamente corretto ha fatto sì che nel giro di circa vent’anni determinate parole e locuzioni siano divenute impronunciabili e siano state bandite dal lessico quotidiano…

La cosa interessante è che costoro affermano sempre di agire in nome del popolo, salvo poi non conoscere assolutamente il popolo stesso, o addirittura ritenerlo incapace di prendere decisioni con coscienza quando vota movimenti o candidati ritenuti populisti, razzisti, fascisti ecc.

Quanto scritto finora è ciò che avviene nella nostra Europa, in quello che possiamo definire occidente, ma se volgiamo lo sguardo anche in altri continenti vediamo che, in nome di ideologie diverse, in nome magari della religione abbiamo però la stessa identica forma mentis: non più in nome del politicamente corrette o del diritto umanesimo, ma in nome di Dio si vuol imporre a popolazioni intere un medesimo credo. Esempio lampante è quanto è avvenuto in Libia, dove una minoranza che lottava contro il “dittatore sanguinario” ha preteso di poter imporre (grazie anche alle bombe dei pacifisti politicamente corretti) a tutto il popolo libico la propria ideologia e credo che in questo caso ha le forme dell’estremismo religioso.

Non è casuale o innaturale il fatto che i laicisti europei parteggino per i fondamentalisti islamici in Siria: vi è in essi la stessa identica supponenza e arroganza nei confronti del popolo, ritenuto populista dagli uni o infedele da convertire o sterminare dagli altri, ma identico è lo stesso atteggiamento di odio, di livore verso la propria gente ritenuta ignorante, eretica, fascista ecc.
L’odio verso qualsiasi specificità culturale, etnica, religiosa accomuna i globalisti d’Occidente che vorrebbero imporre a tutto il mondo il loro credo laicista fatto di legalizzazione dell’aborto ovunque, legalizzazione delle varie sostanze stupefacenti, promozione e diffusione della teoria gender e di tutto ciò che ne deriva, con i globalisti d’Oriente, che in nome dell’Islam fondamentalista wahabita vorrebbero imporre a tutto il mondo un unico governo mondiale islamico-wahabita.
Le due visioni ideologiche sono, oggettivamente conflittuali, ma abbiamo nei loro sostenitori la stessa identica forma mentis, lo stesso identico disprezzo ed odio verso le proprie popolazioni che in un caso vengono definite “populiste” o “fasciste” da rieducare, magari attraverso la scuola e massicce campagne culturali, e dall’altro vengono invece definite “eretiche”, non musulmane ed anche in questo caso da rieducare attraverso la conversione forzata.
Il disprezzo che vi è, ad esempio, da parte dei vari commentatori verso quella parte di il popolazione americana che ha deciso di votare Donald Trump è pari allo stesso identico odio e disprezzo che gli estremisti islamici in Siria nutrono contro gli sciiti, i cristiani siriani o semplicemente verso la maggior parte del popolo siriano che appoggia il legittimo presidente Assad.
Così come il cittadino statunitense votante Trump diventa a sentir costoro, non più uomo, ma una sorta di animale in preda a pulsioni aggressive, al rancore, (vota con la pancia si sente spesso dire…), gli abitanti dell’ Iraq o della Siria diventano agli occhi dei fondamentalisti non più uomini, ma animali che “appoggiano il dittatore”, infedeli da convertire…

Lo scontro oggi è dunque fra chi vuol difendere la propria identità, la propria specificità culturale e chi invece o in nome del pacifismo umanitario o in nome del diritto divino vuole creare un unico governo mondiale… Vedere i mondialisti europei alleati dell’Arabia Saudita la quale vorrebbe imporre a tutto il mondo la sua visione di Islam, è quanto di più “naturale” ci sia: sono tutti e due globalismi, odiano tutti e due le nazionalità, disprezzano il popolo e tutti e due novelli criminali, non avrebbero e non hanno problemi a scatenare guerre, favorire lo spostamento di milioni di esseri umani onde perseguire i propri fini, che oggi sono si diversi dal punto di vista ideologico, ma che convergono in quanto fautori di un unico governo mondiale islamico in un caso, laicista nell’altro.
Oggi queste due forze sono alleate in Siria, in Iraq e sopratutto perseguono lo stesso identico progetto, atto a favorire lo spostamento di milioni di musulmani sunniti dal continente africano e dal Medioriente verso l’Europa, per creare secondo i desideri sauditi un’immensa massa d’urto in vista della islamizzazione (meglio wahabizzazione) forzata o felpata, attraverso processi demografici ineluttabili dell’Europa stessa e per creare invece, secondo i desiderio dei mondialisti occidentali, un immenso sottoproletariato, un’unica massa di atomi indistinti senza più personalità preludio alla distruzione ed alla scomparsa fisica ed etnica dell’ Europa o di quel poco che ne resta.
Che il nostro destino sia tra trenta, quarant’ anni scegliere fra la “padella mondialista occidentale“ e la “brace sunnita-wahabita”?…