di Alberto Francioli
La NATO ha una storia di 70 anni che si è sempre perpetuata attraverso la strategia del terrore finalizzato a raggiungere e conseguire gli obiettivi dei padroni del mondo: gli Stati Uniti d’America.
Le ciniche pretese della NATO di “combattere il terrorismo ogni giorno” hanno favorito e facilitato, dopo l’attacco all’Iraq nel 2003 e alla Libia nel 2011, la creazione e il sostegno di organizzazioni terroristiche islamiste.
L’occupazione dell’ Iraq del dopoguerra ha portato a forti proteste da parte della comunità sunnita, che si è sentita privati del potere e dei privilegi che aveva detenuto durante il governo del partito Baathista di Saddam Hussein. Da queste prime iniziali proteste sono stati seminati i semi dei futuri gruppi terroristici islamici come al-Qaeda in Iraq (AQI) e lo Stato islamico in Siria (IS).
I bombardamenti della NATO in Libia, contro le infrastrutture strategiche e le forze armate, hanno avuto come obiettivo specifico quello di rovesciare il governo laico del colonnello Muammar Gheddafi sostenendo i gruppi islamici più radicali e gruppi combattenti islamici libici affiliati ad Al Qaeda (LIFG). Questi gruppi sono stati addestrati e armati dalle forze speciali britanniche per essere operativi a livello militare.
Grazie a questa strategia le milizie amiche degli islamisti (in quello che prima era stato territorio ostile per tali gruppi), hanno potuto diventare un centro di reclutamento e addestramento dei jihadisti, che hanno trasferito la loro esperienza militare in Siria dove (nel contempo) i paesi della NATO stavano organizzando a vari livelli il rovesciamento del governo laico di Bashar al-Assad.
Questa situazione ha consentito ai gruppi islamisti di impadronirsi di quantità considerevoli di munizioni dell’esercito libico, rifornendo i gruppi islamisti attivi presenti in Nord Africa come al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM) e più a sud, nell’Africa occidentale, dove Boko Haram continua a uccidere e devastare in Nigeria e in Camerun.
La NATO ha così creato le condizioni per il prosperare del terrorismo e gli stati membri hanno attivamente utilizzato i gruppi islamisti nel perseguire gli obiettivi geopolitici dell’alleanza atlantica occidentale. L’addestramento dei membri del LIFG, da parte delle forze speciali britanniche, non è l’ unica interazione documentata tra le forze armate dei membri della NATO e i gruppi islamisti. L’ Alto Comando turco è stato coinvolto nella creazione di campi di addestramento per i ribelli e nella loro infiltrazione in Siria. Nel marzo 2013, il quotidiano britannico Guardian riferì che ufficiali militari britannici, francesi e americani davano ai ribelli supporto tattico e logistico.
Come si può notare la NATO ha una diretta connessione storica con il terrorismo. La NATO, fino ad oggi, si rifiuta di fornire anche solo informazioni parziali del suo ruolo nella gestione delle reti stay-behind nei suoi stati membri. Per capire meglio, l’espressione stay-behind si riferisce ad un’organizzazione paramilitare che uno Stato organizza nei propri territori perché si possa attivare in seguito ad una eventuale invasione nemica, per formare la base di un movimento di resistenza e per operazioni di spionaggio sul suolo occupato, dietro le linee nemiche. In Italia, l’esercito segreto era conosciuto con il nome in codice “Gladio” i cui gruppi avevano il compito di combattere le truppe occupanti dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati del Patto di Varsavia, in caso di un’invasione dell’Europa occidentale.
Passato il pericolo comunista con la caduta del muro di Berlino nel 1989, la fine dell’Unione Sovietica nel 1991 e lo scioglimento del Patto di Varsavia nel 1994, il nemico comunista è stato sostituito da tutti quei paesi che non voglio allinearsi e sottostare ai voleri del padrone americano.
In questi ultimi decenni abbiamo assistito alle distruzioni di Iraq, Libia, Ucraina e Siria, basate su menzogne sotto le sembianze di “interventi umanitari”.
Diversamente la Russia non si comporta come un paese imperialista. Putin rispetta costantemente la sovranità degli stati, a differenza degli Stati Uniti d’America che la calpesta quasi ogni giorno. L’ attuale modello multipolare russo rispetta la regola del diritto internazionale, il pluralismo ideologico, culturale e religioso e l’ uso della forza militare solo come ultima ed estrema risorsa. Le aggressioni dell’Occidente contraddicono la regola del diritto internazionale : la Russia è legalmente in Siria, mentre l’ Occidente no.
Il silenzio e l’indifferenza dell’ ONU di fronte a questa situazione nei confronti di USA e NATO, la sponsorizzazione del terrorismo e la creazione intenzionale di catastrofi umanitarie, mina ulteriormente l’organizzazione stessa e il primato di “diritto internazionale” che dovrebbe essere incaricato di mantenere.
Le guerre di aggressione provocate dall’ occidente hanno un unico scopo e finalità, il perpetrare con metodi completamente illegali il modello imperiale unipolare anglo-sionista che sfida la regola del diritto internazionale, nega il pluralismo ideologico e culturale e usa la violenza militare come prima risorsa.
In questa situazione l’ Europa avrebbe bisogno di affermare una politica estera indipendente, coerente e rispettosa del diritto internazionale, e dotarsi di forza e coraggio per contrastare e respingere l’attuale barbarie implicita nel suo status di appendice e vassallo del modello imperiale unipolare anglo-sionista.
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