di Alberto Nicoletta

Le città moderne occidentali, appaiono in maniera sempre più evidente lontane dal fornire una realtà calzante con gli aspetti antropologici dell’ essere umano. I risultati sono i medesimi di chi vive in una prigione o quelli registrati tra gli animali in gabbia, soprattutto dei vecchi zoo con gabbie piccole e per nulla idonee allo stile di vita della specie ospitata.

La rivoluzione neolitica portò l’ uomo dalla vita nomade di cacciatore-raccoglitore a quella stanziale basata sull’ agricoltura e l’ allevamento, è qui che si creano i primi insediamenti stabili, le prime città. Col progresso la rete di trasporti (in particolare le ferrovie) aumenta, diventa ancora più rapido il collegamento tra le aree urbane e le extra-urbane, le mura vengono abbattute per ottenere più spazio consentendo un maggior movimentoe le città divengono dei veri e propri centri direzionali.

E’ tra il XX e il XXI secolo che in Occidente con l’arrivo dell’ industrializzazione le fabbriche richiedono sempre più mano d’ opera e assistiamo all’ ascesa del fenomeno dell’ urbanesimo o inurbamento.

Sarà proprio il lavoro in fabbrica pesante, ciclico, basato su pochi semplici gesti per parecchie ore a trasformare gli uomini in robot, che andranno a cercare in tarde ore lo sfogo dell’ alcool per sopperire a uno stile di vita demotivante, con conseguente aumento dei casi di violenza in casa e per le strade.

Ad oggi esistono i cosiddetti diritti dei lavoratori ma il mondo capitalistico con le sue trappole spinge comunque le masse in lavori di ufficio o di fabbrica che non seguono i ritmi naturali dell’ uomo, si crea aggressività sul lavoro, tensioni, frustrazioni, fallimenti, mobbing e ciò non fa altro che creare situazioni psicologiche gravi che talvolta degenerano in malattie sia fisiche che mentali, se non in certi casi estremi in suicidi o omicidi.

Lo stile di vita così atomizzato, ha come unico scopo il lavoro, il riuscire a trovarlo, la carriera, il dover trovare un secondo lavoro, perché con l’assenza di uno stato sociale, l’alto costo della vita e con il consumismo i soldi non bastano mai. Si genera un forte individualismo che crea difficoltà nel creare e mantenere i rapporti sociali con amici e familiari, con la conseguente difficoltà nel trovare un compagno/a. Ed il lavoro che svolgi alla fine ti etichetta dandoti uno stato sociale e determinando ciò che fai o che potrai fare, in sostanza il tuo recinto, come per gli animali !

Ma anche tra le coppie sposate o conviventi aumentano le difficoltà nello stare insieme, si crea intolleranza, molte famiglie falliscono lasciando i bambini crescere con i genitori separati e incapaci di educarli correttamente, vittime anche delle nuove teorie di una psicologia freudiana non sempre calzante.

Un individualismo che va in parallelo a quel menefreghismo responsabile della mancanza di educazione civica, ne consegue un aumento delle cafonerie, la mancanza di rispetto verso il prossimo, vengono prediletti i furbi e non i corretti, aumenta il bullismo con conseguenze sulla società e sulla formazione delle generazioni future.

Si genera pertanto uno stato di angoscia che non porta a una serenità utile al fine di perseguire tutti quei valori che hanno caratterizzato per millenni la società umana : la spiritualità, la famiglia, il rispetto della natura o l’ aggregazione in gruppi sociali…

Assistiamo pertanto al fenomeno documentato degli animali rinchiusi in certe piccole gabbie, diventano apatici, insensibili, non si accoppiano, oppure lo fanno ma sono sterili, si ammalano più facilmente, fanno più fatica ad andare d’accordo con i propri simili a causa degli spazi ridotti. Oppure diventano più aggressivi, troppo reattivi, camminano da un lato all’altro della gabbia ciondolando, fino a registrare casi di autolesionismo o laddove avvengono delle cucciolate, l’ eliminazione dei cuccioli o l’ incapacità di gestirli.

Ed è così il mondo moderno, difficoltà nei rapporti di coppia, aumento della sterilità, aumento dell’aggressività tra le persone e della delinquenza, aumento dei suicidi anche tra le donne, degli uxoricidi o degli infanticidi. Aumento delle malattie mentali e del consumo di psicofarmaci, abuso di alcool e di droghe con il formarsi di masse di tossicodipendenti che la società fa fatica a gestire. Indebolimento dell’essere umano che ricorre sempre più frequentemente a cure mediche anche tra i giovani.

Demotivazione, assenza di punti di riferimento, mancanza di spiritualità, allontanamento dai più profondi e positivi sentimenti umani.

Un essere umano non più riconoscibile, quasi imbestialito, afflitto da mere volontà materialistiche o semplici passatempi creati dal sistema per bloccare la capacità di pensiero. Un essere umano che continua a vivere, quasi come se fosse un animale anestetizzato, nella sua piccola e ristretta gabbia, la città moderna !