Nel 1979 Zbigniew Brzezinski, Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America con Jimmy Carter (1977-1981) e ispiratore della politica estera americana fino alla sua scomparsa nel 2017, guerra in Siria compresa _ mentore prediletto di Obama, che nel 2008 lo ringraziò pubblicamente per il suo contributo agli Stati Uniti _ sostenne apertamente gli aiuti ai combattenti fondamentalisti islamici (mujahideen) in Afghanistan nella guerra contro l’URSS dal 1979.

Contrariamente alla vecchia versione ufficiale della storia, l’appoggio offerto dalla Cia ai mujahideen non iniziò dopo l’invasione sovietica del 24 dicembre 1979 ma, come descritto accuratamente da Robert Gates (ex direttore della CIA ed ex Segretario alla Difesa con George W. Bush e Obama) e confermato da Brzezinski «fu il 3 luglio 1979», quindi sei mesi prima dell’invasione sovietica «che il presidente Carter firmò la prima direttiva per fornire segretamente aiuti agli oppositori di Kabul. (…)

Quell’operazione occulta fu un’idea eccellente. Ebbe l’effetto di trascinare i russi nella trappola afghana. Il giorno che i sovietici attraversarono ufficialmente il confine, scrissi al presidente Carter: ora abbiamo l’opportunità di dare all’Unione Sovietica la sua guerra del Vietnam» (in Le Nouvel Observateur, n. 1732, 15-21 gennaio 1998).

Con la collaborazione della Cia, dell’Isi (i servizi segreti pakistani), del MI6 (i servizi segreti inglesi) e delle teocrazie del Golfo Persico, decine di migliaia di combattenti islamici provenienti da tutto il mondo affluirono in Afghanistan, armati e addestrati per combattere contro i sovietici, che s’impantanarono per dieci anni in una guerra contro una riserva interminabile di combattenti supportati dagli americani e dai loro alleati, e dipinti dai media come “combattenti per la libertà”.

Tra essi si distingueva il giovane saudita Osama bin Laden, una delle figure più influenti dell’operazione segreta della Cia, e in questo contesto nascevano formazioni armate jihadiste come al Qaeda. Erano stati gettati i semi del terrorismo islamista che si è sviluppato fino ad assumere le forme più barbare di gruppi terroristi come l’Isis.

Per la politica estera americana con Brzezinski si delineava una strategia destinata a ripetersi in futuro laddove, come in Libia e in Siria, in nome della “ribellione” al “dittatore”, “sanguinario”, sono scesi in campo mercenari provenienti da tutto il mondo, pronti a combattere contro il “tiranno” di turno con il sostegno degli americani e dei loro alleati in nome di una “libertà” tinta d’integralismo islamico e avversa a un tipo di società laica.

Grazie all’analisi dello storico e analista geopolitico Paolo Sensini e ai contributi di giornalisti tra cui Seymour Hersh, Julian Assange, Alberto Negri e alle voci di alcuni tra i maggiori protagonisti politici e testimoni di questo percorso storico si raccolgono qui frammenti d’interviste, conferenze, servizi, telegiornali, articoli di giornale, documentari con l’intento di far luce su una situazione problematica che minaccia la pace e la libertà reali nel mondo. Editing / Regia editing: Michela Cortina.

 

Doppiaggio: Federico Collino. Musiche _ Giuseppe Verdi, “Va, pensiero” dal “Nabucco”, diretto da Riccardo Muti al Teatro dell’Opera a Roma il 17/3/2011. _ Erik Satie, “Gnossienne N. 3 – Lent (06)”.

Pianista: Daniel Varsano, dall’album “Satie. Daniel Varsano – Gnossiennes et Gymnopédies” (1979). _ Béla Bartók, “Concerto for Orchestra” (1943). Orchestra of the University of Music Franz Liszt Weimar.

Direttore: Nicolás Pasquet (8/12/2011). _ Béla Bartók, “Music for Strings, Percussion and Celesta, Sz 106”, Philadelphia Orchestra. Direttore: Eugene Ormandy. _ Sergueï Rachmaninov, Symphonic Poem in A minor Op. 29 “Isle of the Dead”.

Direttore: Mikhail Pletnev. Russian National Orchestra (10/10/2012). _ Sergueï Rachmaninov, Symphonic Poem in A minor Op. 29 “Isle of the Dead”.

Direttore: Andrew Davis. Royal Stockholm Philharmonic Orchestra. _ Béla Bartók at the piano: “Romanian folk dances” (1915). 1 “Joc cu bâtǎ”; 2 “Brâul”; 3 “Pê-loc”.