di Andrea Farhat

La seconda metà degli anni ‘90 ha visto, a livello europeo, la sinistra riformista realizzare massicciamente la riduzione dei diritti sociali e, nello specifico,dei diritti sul lavoro. Caduto il muro di Berlino le EFG (élite finanziarie globali) hanno scelto i socialisti (terza via di Blair, agenda Schroder in Germania, Prodi e poi Renzi in Italia) per smantellare, con l’alibi della UE e della globalizzazione, buona parte dei diritti sociali in Europa. Mentre le forze della sinistra riformista/globalista disarticolavano lo Stato Sociale, le EFG si sono rese conto che le sinistre europee, loro complici, avrebbero inesorabilmente perso consenso elettorale. La crisi dell’euro, imposto malamente dall’EFG, unita ai primi segnali di scollamento dell’elettorato tradizionalmente di sinistra hanno spinto l’EFG ad un cambio di strategia. Era indispensabile trovare delle soluzioni altre, contigue all’elettorato di sinistra, per riuscire ad incanalare verso soluzioni controllabili il malcontento crescente generato dal costante smantellamento dei diritti sociali operato dalla sinistra continentale. I paesi sui quali interviene l’EFG sono quelli dell’Europa Latina (Spagna,Italia,Francia) che negli ultimi decenni sono stati più soggetti alle politiche della sinistra cosiddetta riformista. All’inizio dell’attuale decennio vediamo sorgere due forze in Europa, Podemos e 5 stelle, che, pur muovendosi nel campo progressista, fanno della legalità e della lotta ai partiti politici tradizionali la loro arma principale. L’esplosione di Podemos alle elezioni spagnole (21% nel 2016) e dei 5 stelle in Italia (32% nel 2018),sono la conferma della riuscita della nuova strategia di contenimento della protesta messa in atto dall’EFG. Con modalità diverse ma con lo stesso obiettivo l’operazione si è ripetuta in Francia con la creazione, in pochi mesi, del partito “En Marche” che ha portato Macron alla presidenza francese.

I 5 stelle, Podemos e Macron sono l’ultima carta giocata dalle élite consapevoli dello sgretolamento dell’euro e della voglia di ribellione della classe media europea. Bloccare e denunciare l’operazione in atto è un dovere da parte di coloro che vogliano spezzare il “secondo tempo” dell’operazione delle élite finanziarie.