di Paolo Rada

Sebbene siamo consapevoli che queste brevi note, queste brevi riflessioni non potranno essere esaustive riguardo ad un tema vastissimo, vogliamo, nonostante tutto, offrire le seguenti riflessioni ai nostri lettori.

Il mondo moderno, la concezione moderna di esso la quale incomincerà ad esprimersi nel divenire storico con i  secoli XII-XIII, secoli che segnano un iato tra la concezione teocratico-universalistica medievale e la  nuova  concezione laico-nazionale ha come punto di riferimento, come sua base due aspetti secondo noi fondanti : la razionalità, e la tecnica.

Per razionalità intendiamo, sulla scorta delle analisi di Max Weber il tentativo proprio dell’uomo europeo post-medievale di dare al proprio vissuto, al proprio mondo un limite, un senso, un confine : dunque razionalizzare e rendere precisi, certi, sicuri tutti gli aspetti dell’esistenza. Dalla scienza giuridica che vedrà nell’università la sua nascita, dalla razionalità in filosofia e, che per alcuni secoli, vedrà affiancata ad essa una  teologia anch’essa di stampo razionalistico, all’emergere di un moderna, razionale organizzazione statale ed amministrativa con i suoi corollari quali burocrazia, funzionari i quali andranno pian piano a sostituire l’antica nobiltà, sino alla nascita degli eserciti nazionali e le compagnia di ventura abbiamo il tentativo di dare un senso razionale, di dare una organizzazione a tutti gli aspetti della vita. Il medioevo non conobbe invece il concetto di stato, tanto è vero che l’utilizzo della nozione concettuale di stato feudale è un controsenso, una contraddizione in termini : abbiamo una società feudale. Non abbiamo nel medioevo  uno stato  fatto di funzionari, di militari alle dipendenze di stati nazionali, esattori delle tasse mandatari dei varie organizzazioni statuali ecc., ma abbiamo invece una sorta di dis-organizzazione anarchica’, dove, in luogo dei rapporti cittadino-funzionario abbiamo  rapporti di  natura vassallatica : nobile-vassallo, vassallo-contadino ecc. in una gerarchia organica di ruoli. In luogo del freddo, moderno, impersonale, razionale rapporto cittadino vis funzionario, abbiamo l’unità organica di popolo che si manifesta nel rapporto personale, umano, gerarchico  ed armonico allo stesso tempo fra nobile e vassallo, tra contadino e signore.

Altra cosa molto importante da sottolineare è il fatto che la razionalità nascente sarà lo strumento ideologico in senso lato e funzionale per il nuovo ceto  che vedrà la luce nei secoli XII e XIII : il ceto borghese. E’il borghese, il quale ha l’esigenza, vuole uno stato razionale, organizzato che consenta a lui di esercitare la sua arte, ovvero il vendere e il comprare. Per fare ciò ha bisogno di uno stato organizzato, che renda sicuri per lui tutti gli aspetti della vita : strade sicure, possibilità di fiere, mercati con chiare e precise scadenze temporali, leggi sicure, certe,  inflessibili. L’uomo borghese è dunque un uomo che viaggia, commercia, e che ha dunque bisogno di una assetto razionale dell’esistenza. Il contadino medievale è invece un uomo statico, autarchico : non conosce il commercio, il suo è un vivere consumando ciò che produce. Egli vuole leggi, ‘ordini’ teologici che gli diano sicurezza per la vita futura, la vita nell’al di là,  che gli consentano di accedere al Paradiso.  Se il borghese vuole leggi sicure per l’al di qua, per la vita mondana, il contadino medievale vuole leggi, prescrizioni che gli diano sicurezza  per l’al di là. In campo giuridico e sociale in luogo dei rapporti comunitari, organici che legavano l’uomo alla sua comunità, alla terra vista quale bene non solamente economico, in luogo del policentrismo medievale basato sui vincoli vassallatico-corporativi abbiamo l’individuo che viene ridotto a cittadino: egli ora è  un uomo solo contro lo stato padrone, razionale. Tutti quei legami sia giuridici che sociali che permettevano all’uomo di vivere in un senso di armonia con la natura e con i propri simili vengono soppiantati dalla mera legge del numero, dell’ uguaglianza, della nuova democrazia e che avrà nella rivoluzione francese il suo più spettacolare epifenomeno storico.

Naturalmente la razionalità sarebbe stata una mera superfetazione ideologica se non avesse avuto al suo fianco la tecnica la quale,  soprattutto a partire dai secoli XVII,  ha potuto far si che i desideri dell’uomo nuovo, del borghese divenissero pratiche realizzazioni effettuali. Vediamo dunque il nascere di una nuova arte navale, vediamo  che quest’uomo faustiano incomincia a varcare i mari in cerca di ricchezze da poter commerciare, funzionari sempre più esosi varcano e solcano le strade dei vari regni nazionali, nasce in Inghilterra il parlamento, nuove tecniche militari porteranno l’Europa ad assoggettare e colonizzare il nuovo mondo e l’oriente. La tecnica al servizio dell’uomo borghese creerà sempre più nuovi prodotti, bisogni fittizi, che andranno a sconvolgere l’esistenza dell’intera umanità. La nascita delle fabbriche, dell’industria moderna sempre in Inghilterra, la scomparsa dell’artigianato (e delle corporazioni loro proiezione socio-statuale, ma non solo) sostituito dalla produzione in serie e massificata  porterà da un lato alla riduzione dei rapporti umani in senso prettamente economico (datore di lavoro vis salariati) e dall’altro all’emigrazione di masse sempre più cospicue di uomini verso le città in cerca di un lavoro là dove sono situate le fabbriche.

Abbiamo in questo breve schizzo storico tralasciato molti aspetti accessori di quanto avvenne, ma pensiamo di essere riusciti a focalizzare l’attenzione del lettore sul fatto che i due aspetti fondanti il mondo moderno siano da un lato la razionalità e dall’altro la tecnica.

Ci piacerebbe ora, saltando dall’analisi storica ad aspetti legati alla nostra attualità focalizzare il nostro pensiero su  tre  aspetti  della contemporaneità dove, secondo noi,  la tecnica e la razionalità si sono poste al servizio dell’irrazionalità più totale e completa.

Cominceremo dalla tecnica militare la quale da circa un secolo a questa parte, ma che, soprattutto dopo gli sviluppi della ricerca nucleare, ha varcato la soglia del non ritorno. Solamente un uomo malato, completamente folle poteva utilizzare la tecnica e la razionalità allo scopo di creare strumenti atti a distruggere il mondo stesso! La razionalità e la tecnica la servizio di quanto più distruttivo ci possa essere… A ciò è giunto l’uomo moderno in questa sua titanica e faustiana impresa di recidere i legami con ciò che sta sopra di lui! Un uomo, l’occidentale moderno ha creato tutto ciò seguito purtroppo a ruota dagli orientali i quali hanno come scusante il  fatto che l’adeguarsi all’uso della tecnica nucleare è il loro unico modo per potersi difendere dalle mire di conquista dell’uomo euro-americano.

Un altro aspetto che vede il cortocircuito della ragione occidentale è il tentativo, che si sta dipanando in tutti i campi (culturale, giuridico, medico ecc…) per fare rendere a tutto il mondo accettabile la visone che l’essere umano non nasce uomo o donna, ma nasce asessuato e che sarà lui una volta adulto a decidere a quale sesso appartenere … In questo caso abbiamo l’esempio più lampante della ragione e della tecnica al servizio della irrazionalità più totale. Siamo in presenza del volontà di creare un mondo  ideale  che  dovrebbe  sostituirsi alla realtà delle cose cosi come esse sono. ll tentativo ideologico occidentale di imporre a tutto il mondo la sua visione dell’uomo non è che il riflesso di quello spirito faustiano che caratterizza l’uomo moderno atto a piegare la natura ai suoi scopi … Se il borghese di un secolo fa piegava la natura onde costruire strade, ferrovie per implementare i suoi traffici qui siamo veramente al punto di non ritorno di un uomo che vuole sostituire al creato, al  mondo così come è un mondo nuovo, completamente inventato ex-novo : in una  parola il suo voler sostituirsi a Dio, il suo volere farsi Dio.

Per finire diremo due parole su un aspetto della nostra attualità che da circa vent’anni è presente quotidianamente nel nostro vissuto : l’immigrazione dall’Africa verso l’Europa di milioni di esseri umani. Anche in questo caso come non notare che un uomo ragionevole, dei governi razionali non potendo dare un’adeguata ospitalità a milioni di persone le inviterebbe a non tentare e la fortuna dirigendosi verso l’Europa … Il discorso è talmente banale che non andrebbe neanche  affrontato … Se ospitare persone significa farle migrare da una situazione di povertà dignitosa ad una situazione di povertà senza dignità, ad una situazione che vede migliaia d africani elemosinare nelle strade di tutta Europa, rendersi braccia sottopagate e sfruttate di imprenditori avidi o di criminali incalliti o altrimenti gravare sulle casse perennemente indebitate degli stati europei, la conseguenza logica sarebbe impedire a queste persone di giungere nelle nostre nazioni. Vi è un drammatico e contemporaneamente ironico effetto domino in tutto ciò : l’africano giunge in Italia e accetterà di lavorare facendosi pagare uno-due euro in meno rispetto all’italiano, il quale dovrà a suo volta emigrare in Inghilterra per andare a lavare i piatti o fare il cameriere a una o due sterline in meno rispetto all’inglese, l’inglese a sua volta dovrà  andare in Canada o in Australia  accettando lavori sottopagati e via di questo passo …

Anche per quanto riguarda l’immigrazione abbiamo la razionalità e la tecnica al servizio dell’irrazionalità più pura : le navi invece che presidiare e impedire agli allogeni di sbarcare sul suolo europeo vanno a prendere  costoro vicino alle coste africane e le forze dell’ordine, i militari europei invece di difendere e proteggere i propri concittadini sono relegate al ruolo di assistenti umanitari … Naturalmente anche la scienza giuridica non poteva mancare in questa folle corsa verso l’irrazionale ed ecco  giungere le proposte di dare la cittadinanza a chiunque sia nato sul suolo italiano….

Che dire? Mala tempora currunt!